6. scrivere – >
7. mangiare – >
8. camminare – >
9. sgridare – >
10. piangere – >
Avverbi
a. profondamente
b. allegramente
c. svogliatamente
d. attentamente
e. appassionatamente
f. avidamente
g. velocemente
h. disperatamente
i. rapidamente
l. brutalmente
Amir & Akhmed
Capitolo secondo
AMIR & AKHMED
Il piccolo Amir era cresciuto libero e spensierato fino all’età di quindi anni e i suoi genitori, Mohammed e Adeela, fino al triste epilogo della loro scomparsa, avevano fatto in modo che il loro primogenito non fosse troppo angustiato dal rigido protocollo di corte e ricevesse un’educazione quanto più consona al suo carattere gentile e socievole.
Amir era continuamente «affamato di cultura» tanto che, quando non era soddisfatto del precettore di turno assegnatogli dal padre, con un pretesto qualsiasi si allontanava dalla sua stanza e, di nascosto, si intrufolava nella biblioteca reale dove sapeva di poter soddisfare la sua sete di conoscenza.
La biblioteca reale, tra tutti i nascondigli segreti, era il suo posto preferito. Qui poteva leggere, in tutta tranquillità, i suoi amati libri, soprattutto quelli che parlavano di storia. La sua curiosità, il desiderio di conoscenza, gli davano un’energia incredibile e, attraverso quei libri antichi, si immedesimava con gli eroi del passato. Questo suo volare lontano con la fantasia, a volte, gli faceva perdere lacognizione del tempo e, qualche volta, arrivava in ritardo alla cena reale. Sua madre Adeela, molto più intransigente del marito in fatto di disciplina ed educazione, in queste occasioni era solita ripetere: «Caro marito… anche questa sera tuo figlio Amir è in ritardo!».
Spesso il re non era in grado neppure di replicare perché la consorte, immediatamente, riprendeva il suo tono accusatorio: «E» sempre la stessa storia… questo ragazzo non cambierà mai… ma è tutta colpa tua… sei troppo buono con Amir. Gli lasci fare sempre tutto quello che desidera e poi… vedi… questi sono i risultati. Non capisce che è una grave forma di mancanza di rispetto verso i suoi genitori? Come potrà mai governare un regno… la nostra amata isola… se non incomincia ad assumersi le sue responsabilità?».
«Nostro figlio… Adeela… nostro figlio… ricordati che non è solo mio figlio», la interruppe gentilmente il re. «Forse dimentichi che lui ha esattamente il tuo carattere… è come te da giovane… ma con l’avanzare dell’età cominci a non ricordare… mia splendida regina…».
Mohammed non finì di concludere la frase che un grande sorriso illuminò il rubicondo viso dell’amatissima moglie che scoppiò in una sonora e coinvolgente risata. Come al solito il re era riuscito, con una semplice ma efficace battuta, a calmare gli animi.
«Stai tranquilla mio splendore, vado a cercarlo personalmente, sono sicuro che lo troverò nascosto in uno dei suoi posti segreti…».
«Oh… bene… adesso mi abbandoni anche tu… questa cena sta diventando una tipica serata da famiglia di Astagatt», lo riprese Adeela, alzando lo sguardo verso il soffitto.
«Su amore mio… non essere arrabbiata!! Farò prestissimo. Prometto. Vedrai che, tra pochi minuti, io e tuo figlio Amir faremo ritorno da te e, tutti insieme, consumeremo questa splendida cena».
Mohammed si considerava un padre orgoglioso e premuroso. Quando gli impegni del reame glielo consentivano si fermava a parlare con Amir e, insieme, discutevano di tutto, di qualunque argomento.
Amir non era l’unico figlio della coppia reale. Infatti, il principe ereditario aveva un fratello minore, più piccolo di circa due anni, al quale avevano dato il nome di